Di cosa si tratta?

Il termine scientifico “striae distensae”, utilizzato per la prima volta alla fine del Settecento,  ne descrive l’aspetto e l’origine. Sono “striae” cioè strisce, lesioni lineari parallele e spesso oblique separate da tratti di cute sana di larghezza variabile da pochi millimetri a due centimetri e lunghe fino a una ventina di centimetri. Sono “distensae”, perché derivano da stimoli meccanici, soprattutto stiramento e distensione che agiscono su aree di cute con scarsa resistenza: addome, ginocchia, seno. La cute viene tesa e poi rilasciata per riduzione del volume dei tessuti sottostanti come quando si perde peso o dopo la gravidanza e l’allattamento, ma non sempre questo porta alla formazione delle smagliature. Intervengono infatti fattori genetici ed ormonali. Questi ultimi sono legati all’incremento di ormoni steroidei che si manifesta in condizioni fisiologiche come la pubertà, il puerperio e la menopausa o patologiche come in alcune malattie del surrene di cui costituiscono un sintomo. L’evoluzione di queste lesioni si manifesta con un cambiamento di colore: inizialmente sono rosse (striae rubre), poi diventano di colore bianco (striae albae). Questo corrisponde alla progressione di processi riparativi cutanei che divengono irreversibili, ed i trattamenti medici possono essere risolutivi solo sulle strie rubre.